Descrizione
“‘Animale Innaturale’ si presenta fin dalla lettura dei primi versi come una poesia autointerrogativa che richiede un lettore/spettatore (potremmo chiamarlo, usando un neologismo, uno “spettattore”) quale figura complice o irriducibile interlocutore di se stesso. Il poeta osservatore e autosservatore (significativa la presenza ricorrente dello specchio) sembra in effetti muoversi all’interno di un sistematico disordine del mondo; la sua interrogazione in solitario vuole forse porsi prima di tutto come esorcizzazione della morte, cui opporre la propria creatività, magari da espletare per via onirica (“la morte / lesta maneggia la molle creta del sonno”); un sonno-vortice che travolga a ritroso costruzioni mentali tendenti fatalmente a “quietarsi”, in quanto inghiottite nella Forma Indistinta della nostra Quotidianità.” (dalla prefazione)
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